Museo Civico di Leonessa (Ri)   -   (+39) 0746-923212

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Friday, 28 July 2017

Padelle

Padelle.
In epoche recenti, le padelle, in genere, erano di ferro e di fabbricazione industriale. Sopravvivevano, però, nell’uso domestico le vecchie padelle di rame col manico di ferro ereditate dagli avi, oggi appese in bella mostra nelle cucine moderne.

Padella di ferro.
Dopo l’uso, per evitare che arrugginisse, la padella di ferro veniva leggermente unta col grasso di maiale. La padella era usata principalmente per le fritture. Per le salse, veniva usato il tegame di coccio.

 

Padella (n. i. 268) 

provenienza: Leonessa
materiale: ferro
descrizione: fabbricazione industriale
misure: diam. max. cm. 22,5; l. cm. 45
acquisizione: dono di Silvana Pasquali
stato di conservazione: ottimo

anno: 2014    

 

Padelle per tostare.
Le più semplici erano ottenute forando il fondo di una padella di ferro, ma, sebbene meno frequenti, erano anche usate padelle-tostatrici di fabbricazione industriale munite di manovella e setto girevole.

Padella per tostare munita di fori.
Il tipo più comune era la padella di ferro dal fondo munito di fori usata soprattutto per arrostire le ghiande, più raramente le castagne. Queste ultime non sono prodotte localmente.

Padella per tostare con fondo forato (n. i. 203)ù

provenienza: San Vito (Leonessa)
materiale: ferro
descrizione: padella con lungo manico da appoggiare ad apposito treppiede. Il fondo è stato forato utilizzando un chiodo a sezione quadrata di mm. 7 x 7
misure: diam. sup. cm. 36,8; diam. inf. cm. 23; manico: l. cm. 45
acquisizione: dono di Maria Adelaide Di Persio
stato di conservazione: ottimo

anno: 2014

Padella di rame con manico in ottone usata per tostare. Diam. 30,2 h. cm. 6 l. tot. cm. 53. Ocre S. Pietro. Collezione privata.

Padella per tostare con setto girevole.
Di fabbricazione industriale, questo tipo di padella era usata soprattutto per tostare orzo o caffè.

 

 

 

Friday, 28 July 2017

Cuccume o “caffettiere”

Cuccume“caffettiere” (cùccume).
Cuccume di rame, munite di manico e becco, erano usate per preparare l’orzo, o surrogati del caffè, meno frequentemente il caffé.

Nella foto accanto: Cuccuma di rame con manico in ottone. In corrispondenza al beccuccio, sul corpo, serie di fori a servire da filtro. Diam. alla bocca cm. 10,4 diam alla base cm. 13,4 h. cm. 15,2 (senza coperchio). Ocre S. Pietro.
Collezione privata 


Cuccuma con manico in ottone. Fori dietro il beccuccio a servire da filtro. Diam. alla bocca cm. 9,8 diam. alla base cm. 11,9 h. cm. 15,2. Ocre S. Pietro. Collezione privata 

 
Cuccuma di rame. Serie di fori, dietro il beccuccio, a servire da filtro. Diam. alla bocca cm. 8,5 diam. alla base cm. 11,8 h. cm. 16,3. Ocre S. Pietro. Collezione privata     

 

 

Friday, 28 July 2017

Pentole e tegami di rame

Pentole e tegami di rame.
Dovuto al maggior costo, le pentole di rame erano, in genere, appannaggio delle famiglie abbienti, o poco più abbienti della media. Chi non poteva permettersi questo “lusso”, usava pignatte di coccio di varie forme e dimensioni.

 

Pentola di rame – pila (n. i. 246)

provenienza: Leonessa
materiale: rame, ferro
descrizione: pentola in rame di forma troncoconica con ingrossamento nella parte inferiore,  munita di due manici di ferro fissati ciascuno da tre ribattini, uno in basso, due in alto. L’orlo superiore è cerchiato da un’esigua fascia di rame
misure: h. cm. 26,5; diam. alla bocca cm 23; diam. max. cm. 27,5
acquisizione: dono
stato di conservazione: ottimo

anno: 2015


Tegame di rame non stagnato all’interno. Maniglie d’ottone. Diam. alla bocca cm. 18, h. cm. 10,3. Ocre S. Pietro.
Collezione privata

 

      

Pentola in rame con manico di ferro stagnata all’interno. Diam. alla bocca cm. 18,2, h. cm. 18, 4. Ocre S. Pietro.
Collezione privata


 

 

 

Friday, 28 July 2017

Orci

Orci.

Orci di varie forme e dimensioni erano usati per conservarvi prodotti alimentari (specialmente farina e sale). La chiusura era effettuata mediante carta oleata, o stoffa, assicurata al collo del vaso mediante legaccio.

Nella foto: Orcio di terracotta invetriato all’interno e su bocca collo e spalla all’esterno; piede anulare. Proveniente da Pacce, fraz. di Morro Reatino. Diam. cm. 18,8; bocca: diam. cm. 15,8; piede : diam. cm. 11,2 h. cm. 21,5  32,5. Collezione privata.   

Orci per lo strutto di maiale.
Lo strutto di maiale – assogna / ‘nsogna – nella dieta della famiglia rurale era normalmente usato al posto dell’olio, la cui produzione esulava dalla rigida economia autarchica d’un tempo. Salse, fritture e perfino dolci erano preparati usando lo strutto di maiale al posto dell’olio. Lo strutto poteva essere conservato nella vescica del maiale, la cui estremità veniva chiusa da un laccio, oppure in recipienti di terracotta invetriata. Gli orcioli adibiti alla conservazione dello strutto erano di dimensioni modeste e muniti, in genere, di una bocca di diametro ridotto. 

Orcio in terracotta usato per la conservazione dello strutto  di maiale (n. i. 259)

provenienza: fraz. Ocre
materiale: terracotta
descrizione: orcio di terracotta con invetriatura interna ed esterna fin nel terzo inferiore. Corpo cilindrico rastremato in basso e in alto. Piede anulare. Bocca ad orlo ingrossato
misure: diam. max. cm. 14,7; bocca : diam. cm. 10,7; piede : diam. cm. 9,2; h. cm.  17,2
stato di conservazione: ottimo
acquisizione: dono di Stefano Marchetti

anno: 2012


Orcio in terracotta invetriata all’interno e all’esterno. Proveniente da Villa Bigioni, fraz. di Leonessa. Diam. cm 16,6; bocca  diam. cm. 9,4; piede : diam. cm. 9,8; h. cm. 16,4. Collezione privata.

Friday, 28 July 2017

Recipienti per l’olio

Recipienti per l’olio.

L’olio compariva assai di rado sulla mensa rurale nelle preparazioni culinarie, veniva usato nella preparazione della salsa di magro con cui veniva condita la tradizionale pasta di Natale, o per condire, nella medesima occasione, le zuppe di legumi usate da tempi immemorabili. A differenza della Valnerina, che presenta fasce climatiche adatte alla coltivazione dell’olivo, l’altopiano leonessano non è adatto a questa preziosa pianta. L’olio lo si comprava a piccole dosi negli spacci alimentari, dove veniva venduto sfuso, oppure direttamente dal venditore d’olio ambulante conosciuto come “l’ojararu”.

Grandi recipienti per l’olio.
Dei grandi recipienti in terracotta destinati a contenere olio, il più notevole ed anche il più antico è quello conservato presso il locale Convento dei Frati Minori. L’orcio risale al 1701.


particolare data: 1701

Nella foto in alto: Interessante notare come il recipiente abbia tre fori, siti a differente altezza, usati per spillare il contenuto. Il foro più alto permetteva di utilizzare l’olio nuovo; il secondo permetteva di prelevare l’olio più maturo; il terzo di prelevare il sedimento (“la morchia”).

 

Oliera con beccuccio (stagnòla).
In casa, l’olio era conservato in uno speciale recipiente di latta zincata munito di manico e di un lungo beccuccio, conosciuto come “la stagnòla”.                                                    

Saliere.
Scomparse, in pratica, dall’uso nel corso degli anni Cinquanta, le saliere tradizionali erano cassettine di legno con coperchio superiore apribile, appese accanto alla cucina, o al focolare. Una saliera era destinata a contenere il sale grosso, l’altra il sale fino.    

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