Museo Civico di Leonessa (Ri)   -   (+39) 0746-923212

Friday, 28 July 2017 14:08

Recipienti per l’olio

Recipienti per l’olio.

L’olio compariva assai di rado sulla mensa rurale nelle preparazioni culinarie, veniva usato nella preparazione della salsa di magro con cui veniva condita la tradizionale pasta di Natale, o per condire, nella medesima occasione, le zuppe di legumi usate da tempi immemorabili. A differenza della Valnerina, che presenta fasce climatiche adatte alla coltivazione dell’olivo, l’altopiano leonessano non è adatto a questa preziosa pianta. L’olio lo si comprava a piccole dosi negli spacci alimentari, dove veniva venduto sfuso, oppure direttamente dal venditore d’olio ambulante conosciuto come “l’ojararu”.

Grandi recipienti per l’olio.
Dei grandi recipienti in terracotta destinati a contenere olio, il più notevole ed anche il più antico è quello conservato presso il locale Convento dei Frati Minori. L’orcio risale al 1701.


particolare data: 1701

Nella foto in alto: Interessante notare come il recipiente abbia tre fori, siti a differente altezza, usati per spillare il contenuto. Il foro più alto permetteva di utilizzare l’olio nuovo; il secondo permetteva di prelevare l’olio più maturo; il terzo di prelevare il sedimento (“la morchia”).

 

Oliera con beccuccio (stagnòla).
In casa, l’olio era conservato in uno speciale recipiente di latta zincata munito di manico e di un lungo beccuccio, conosciuto come “la stagnòla”.                                                    

Saliere.
Scomparse, in pratica, dall’uso nel corso degli anni Cinquanta, le saliere tradizionali erano cassettine di legno con coperchio superiore apribile, appese accanto alla cucina, o al focolare. Una saliera era destinata a contenere il sale grosso, l’altra il sale fino.    

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Friday, 28 July 2017 13:20

Recipienti per liquidi e solidi

Conca da acqua (la conca).

La conca in rame serviva al trasporto dell’acqua dal fontanile, o dal pozzo, alla casa. Veniva portata in equilibrio sulla testa appoggiandola su un cercine (ròccia) ottenuto arrotolando strisce di stoffa. La forma a clessidra –“conca a bicchiere”, o “conca a vaso”– è più moderna dell’antica conca abruzzese, anch’essa a due manici, dalle pareti appena rastremate (“conca tonda”). Come in questo esemplare, la conca poteva essere decorata mediante incisioni.

 

Conca – conca (n. i. 117)

provenienza: Ocre (Leonessa)
materiale: rame stagnato all’interno, manici in rame
descrizione: brocca di tipo abruzzese,  interamente in rame  compresi  i manici a piattina fissati con rivetti di rame; il labbro è saldato al corpo; a un terzo dall’orlo, il diametro si restringe per poi allargarsi fino a raggiungere la misura del diametro della bocca, a una decina di centimetri dalla base si restringe di nuovo. Base concava. Il corpo della brocca è decorato a sbalzo da segmenti a zigzag affiancati da punti. L’orlo è rinforzato tutt’intorno da una piattina di rame alta cm. 2, fissata al labbro da rivetti, sulla quale è stato ribattuto per alcuni millimetri
misure: h. cm. 29;  diam. alla bocca cm. 31,6 diam. alla base del labbro cm. 19,6; orlo: h. cm. 9
stato di conservazione: ottimo
acquisizione: acquistata a Stefano Marchetti

anno: 2009

Conca. Diam. alla bocca cm. 53; h. cm. 30. Ocre S. Paolo. Collezione privata

 

Conca di rame. In questa tipologia, la parte inferiore dei due manici non è fissata al corpo della conca. Diam. alla bocca cm. 30, h. cm, 30,2. Ocre S. Pietro. Collezione privata    

 

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