Museo Civico di Leonessa (Ri)   -   (+39) 0746-923212

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Saturday, 21 October 2017 16:37

Schiacciapatate

Schiacciapatate (sciattapetati).
«Entrate prepotentemente nell’uso del ceto rurale, dopo un primo periodo di diffidenza in cui le si usava per alimentare i maiali, le patate erano presenti in molte delle rustiche ricette d’un tempo, sopravvissute fino a un paio di decenni addietro. Bollite nel calderone appeso al camino, le patate di dimensioni mediane o grandi erano usate per l’alimentazione umana; quelle più piccole e i tuberi rovinati dalla zappa, per alimentare i maiali. Le patate (lesse o cotte sotto la brace) sostituivano il pane e, quando si faceva il pane, si usava anche aggiungere alla farina una certa quantità di patate passate al setaccio che lo rendevano più morbido e impedivano che si seccasse troppo in fretta. Oltre che per zuppe e minestre, oppure saltate in padella con lo strutto, le patate lesse fornivano un ingrediente indispensabile per le abbondanti insalate estive (specie durante la mietitura e la trebbiatura) nelle quali si usavano anche verdure dell’orto, cipolla, uova sode e l’aceto forte per condire. Per rendere più saporite le patate da cuocere sotto la brace, le si tagliava in due, si cospargeva sulle parti tagliate del sale e le si teneva assieme mediante un bastoncino sottile (zippittu). Le patate in umido, con aggiunta di concentrato di pomodoro, erano cucinate con la carne e anche col baccalà. Gli gnocchi di patate, conditi con sugo di castrato e cacio pecorino, facevano la loro comparsa in tavola solo in occasione di feste importanti e grandi eventi. Le massaie più generose, almeno una volta durante i giorni della mietitura, servivano ai braccianti il sospirato piatto di gnocchi che veniva salutato con evviva fragorosi» (Chávez 2012: 156).

I più antichi schiacciapatate usati sull’altopiano leonessano sono formati da un corpo a base rettangolare, rastremato verso l’alto dal quale si diparte un manubrio orizzontale che permette d’impugnare con entrambe le mani l’attrezzo. Ne esistono di legno e di pietra, entrambe le tipologie sono presenti nella nostra collezione museale. Forme simili, per questo utensile da cucina, si rinvengono nel territorio aquilano.

Schiacciapatate in legno.
Lo schiacciapatate in legno era munito nella parte superiore d’un’impugnatura trasversale che permetteva di usarlo con entrambe le mani. In genere, gli schiacciapatate in legno sono moxili. In casi eccezionali, come nell’esemplare n. i. 192, la parte inferiore dell’attrezzo presenta una pietra incastonata.

Schiacciapatatesciattapetati (n. i. 192)

provenienza: Leonessa
materiale: legno di pioppo e pietra (labradorite porfirica)
descrizione: antico attrezzo per schiacciare patate composto da manico e corpo in legno e una lastrina di pietra
misure: l. cm. 18; h. cm. 7,2; manici: diam. cm. 3,4; pietra: cm. 4,9 x cm. 6,4 spess. (visibile) mm. 8
stato di conservazione: ottimo
acquisizione: rinvenimento ex Convento Clarisse

anno: 2013

Nota: la pietra usata, non presente sul territorio, rivela una provenienza archeologica: i Romani importavano la labradorite porfirica dall’Egitto

 

Schiacciapatate litici.
Gli schiacciapatate ricavati da un solo blocco di pietra presentano nella parte superiore un’impugnatura adatta all’uso del pesante attrezzo con una sola mano.

Schiacciapatatesciattapetati (n. i. 260)

provenienza: Leonessa
materiale: pietra
descrizione: attrezzo per schiacciare patate
misure: l. cm. 19; lg. cm. 12,5; h. cm. 10; base : spess. cm. 2,3; impugnatura: diam. cm. 5,2; l. cm. 12
stato di conservazione: buono, mancante di un angolo
acquisizione: donazione

anno: 2016




Schiacciapatate monoxilo in legno di pioppo. Ville di Fano, L’Aquila. Collezione privata

Published in La casa rurale
Saturday, 21 October 2017 16:32

Mortaio

Mortai (mortali / mortari).
I mortai, usati per frantumare sale o spezie, sono di legno o pietra.

Mortai di legno.
I mortai di legno hanno il corpo tornito mentre il pestello, in genere, è lavorato a mano. A Poggio Bustone vi erano esperti tornitori del legno dalle botteghe dei quali, spesso, provenivano i mortai usati a Leonessa.

Mortaio di legno con pestellopistasale / perélla (n. i. 200)

provenienza: Leonessa
materiale: legno di faggio
descrizione: mortaio tornito degli inizi del Novecento appartenuto alla nonna del donatore
misure: diam. max. cm. 15,5; diam. alla base cm. 10; h. cm. 12,8 diam. int. cm. 11,2 profondità interna: cm. 8.2
stato di conservazione: ottimo
acquisizione: dono

anno: 2014


Pestello
pistiju (n. i. 200a)

provenienza: come sopra
materiale: come sopra
descrizione: pestello tornito mancante di parte dell’estremità superiore (circa metà della testa)
misure: h. cm 25,8; pestello: diam. max. cm. 6,7; gambo : diam. max. cm. 2,8; testa: diam. cm. 2,8

 

Mortai di pietra.
I mortai di pietra, eredi dei mortai romani e rinascimentali, presentano la forma classica: corpo a tazza munito di quattro anse usate per tener fermo con la mano il mortaio durante l’uso. Una delle anse è munita di solco–versatoio. I mortai in pietra posseggono, in genere, un pestello ricavato dalla medesima pietra.

   

Mortaio di pietra da Villa Bigioni, fraz. di Leonessa. Diam. (senza anse) cm. 16,30; diam. con anse cm. 20,6; h. cm. 9, 6; spess. pareti (al bordo) cm. 2,7. Collezione privata.

Published in La casa rurale
Saturday, 21 October 2017 16:17

Frusta

Agitatori a frusta.

I modelli autarchici di questo strumento, usato soprattutto per montare la chiara d’uovo usata nella preparazione dei dolci delle feste, sono formati da un manico in legno munito all’estremità superiore di anello in filo di ferro che permette di appenderlo. Nella parte inferiore, il manico è munito di tondini di ferro ripiegati assicurati al manico stesso mediante legature eseguite con filo di ferro fino.

Frusta da rimestare (n. i. 94)

provenienza: Villa Bigioni
materiale: manico di legno, frusta in ferro
descrizione: la frusta era usata specialmente per battere la chiara d’uovo. È composta da un manico di legno e dalla frusta vera e propria in filo di ferro
misure: l. tot. cm. 33; manico: l. cm. 17 x cm. 2,6 x cm. 2,1; frusta : diam. max. cm. 5,5
stato di conservazione: buono
acquisizione: dono di Gregorio Bigioni

anno: 2007

Published in La casa rurale
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