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Forchette da scalco (forchettoni).
Le lunghe forchette da scalco, bidenti, usate per togliere la carne dal fuoco o prelevare il bollito dalla pentola, erano in ferro con l’estremità superiore ripiegata per permettere di appendere la forchetta.

Forchetta da scalco   forchettò(ne) (n. i. 96)

provenienza: Ocre (Leonessa)
materiale: ferro
descrizione: forchetta a due rebbi
misure: h. cm. 46; diam. corpo mm. 8; lg. rebbi cm. 11; distanza tra i rebbi cm. 4,2
stato di conservazione: ottimo
acquisizione: dono di Augusto Ciaglia

anno: 2007

 


Coltello da cucina –  cortéllu (n. i. 265) 

provenienza: Leonessa
materiale: ferro, legno
descrizione: coltello da carne, tracce di percussione sul dorso; marchio sulla lama: MFE TORINO
misure: l. tot. cm 40,8; l. lama cm. 27,4; lg. lama alla base cm. 6,4
stato di conservazione: ottimo
acquisizione: dono

anno: 2014

 

Coltelli.
Coltelli di varie fogge, quasi sempre di fabbricazione industriale, erano usati per le diverse operazioni culinarie, oltre che per la lavorazione delle carni, in specie la carne di maiale.
                                            

Coltelli da cucina.
Oltre che per tagliare la carne, il coltello grosso con la lama dal profilo curvilineo era usato per tagliare la sfoglia della pasta fatta in casa. Coordinando i movimenti della mano destra, che alzava e abbassava il coltello poggiato all’asse di lavoro ruotando sull’estremità della lama e della mano sinistra che, poggiata sulla sfoglia arrotolata, la spingeva marcando con le tre dita medie la larghezza del taglio, le massaie esperte ottenevano tagli uniformi con sorprendente velocità.


Coltello da cucina –  cortéllu (n. i. 264)

provenienza
: Leonessa
materiale: ferro, legno
descrizione: coltello per usi vari
misure: l. tot. cm. 37, 8; l. lama cm. 27,1; lg. lama alla base cm. 4,2
stato di conservazione: ottimo
acquisizione: dono

anno: 2014


Trincianti (mannare).
Il trinciante a un solo taglio (mannarèlla) era usato per separare la carne dall’osso, o per tagliare tranci di carne attaccata all’osso. Di fabbricazione locale, o più spesso industriale, munito di manico di legno formato da guanciole assicurate al codolo mediante rivetti, il trinciante ripeteva le forme degli antichi trincianti romani documentati nell’iconografia. Esistevano anche trincianti di dimensioni minori, ricavati da un solo pezzo di ferro, e trincianti a doppio taglio, costruiti da fabbri locali, come documenta l’esemplare qui riprodotto.


Trinciante. Dalla Frazione di Villa Bigioni: l. cm. 26,3; lg. tagliente cm. 8,7; spess. max. cm. 1. Fabbricazione artigianale. Collezione privata.

 

Il tagliere (battiluntu / tajere).
Nella cucina rurale il tagliere occupava un posto molto importante: non v’era salsa, specie nei giorni di festa – eccettuando la Quaresima – per la quale non si usasse il battuto di lardo. Il nome del tagliere deriva proprio da questa funzione: battere il lardo e, in genere, i tessuti adiposi del porco (l’untu). Il tagliere era ricavato da una spessa tavola di faggio, o di quercia. Nei giorni di festa, fin dal mattino presto, nei vicoli dei borghi si udiva il battere fitto della mannaia sul tagliere e quello del coltello pesante col quale la massaia tagliava la sfoglia della pasta appena fatta in casa.



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