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Calderoni di rame (callari) e grossi paioli.

Calderoni e paioli di rame, di svariate dimensioni, erano costruiti artigianalmente da specialisti locali detti “callarari”. Uno di essi aveva la sua bottega nella cripta dell’ex-Convento di S. Francesco, dove oggi è alloggiata la Mostra Archeologica Permanente del Museo. Il corpo del grande recipiente da fuoco, di un solo pezzo, era in rame battuto; l’orlo superiore era ribattuto a martello attorno a un grande anello di tondino di ferro. Subito sotto l’orlo, due agganci opposti diametralmente e fissati al corpo del recipiente mediante ribattini, permettevano l’alloggiamento del manico del calderone, in tondino di ferro. Le estremità del manico potevano essere ripiegate verso l’alto, o disposte orizzontalmente verso l’esterno. Il corpo di questi recipienti ha profilo troncoconico. L’interno, in genere, era stagnato. Per la stagnatura, si esponeva il recipiente al fuoco fino a quando fosse caldo abbastanza da sciogliere lo stagno, quindi si provvedeva a stendere lo stagno fuso sulle pareti del recipiente usando della stoppa. I calderoni non stagnati erano usati per il lavaggio della lana.
I recipienti in rame usati per la cottura dei cibi facevano parte del corredo di ogni cucina rurale. Immancabile, fra di essi, il capiente calderone (lu callaru) con capienza variabile a seconda dell’uso e del numero dei componenti del nucleo famigliare, perennemente appeso alla catena del focolare per fornire acqua bollente, o calda, da usare nelle varie preparazioni culinarie e mansioni domestiche.

Calderone di rame non stagnato all’interno. In questa tipologia, l’orlo superiore non è ripiegato attorno all’anello di ferro che lo circonda; una piattina di ferro corre tutt’attorno all’orlo del calderone fissata al corpo dello stesso mediante rivetti di rame. Misure: diam. alla bocca cm. 54, h. cm. 40,7. Ocre S. Pietro.
Collezione privata.

 

Calderone di rame – callaru / callarò (n. i. 101)

provenienza
: agro romano (Monterotondo)
materiale: rame, manico in ferro
descrizione: calderone in rame,  non  stagnato all’interno, usato per riscaldare l’acqua destinata alla preparazione della liscivia. Munito  di manico semicircolare  in  ferro piegato all’infuori da ambo i lati per permettere il trasporto. Le attaccaglie che permettono il passaggio e la rotazione del manico sono in rame, fissate al corpo del calderone da rivetti.  L’orlo superiore è ripiegato attorno a un cerchio di tondino di ferro
misure: h. senza manico cm.  46, h. con manico cm. 78,5; diam. max. cm.  63,5, diam. alla base cm. 53; manico: diam. mm. 14
stato di conservazione: ottimo
acquisizione: dono di Augusta e Ettore Benedetti

anno: 2008
bibliografia: Scheuermeier 1996, I: 37 fig. 92; 38



Paioli di rame.
Recipienti più piccoli, pentole o paioli in rame (callariji) formavano anch’essi parte dell’attrezzatura della massaia rurale. Ovviamente, la disponibilità di recipienti in rame era commisurata alla condizione economica della famiglia. In ogni modo, sia pure limitato a un callaru e a un callariéjiu, l’uso dei recipienti di rame era ovunque diffuso. L’interno dei recipienti era, di norma, stagnato ad eccezione dei paioli usati esclusivamente per bollire l’acqua destinata alla preparazione della liscivia e alla bollitura dei panni più sporchi.

 

 

Paiolo da formaggio – callaru (n. i. 106)

provenienza: Casale dei Frati (Leonessa)
materiale: rame stagnato all’interno, manico in ferro
descrizione: il paiolo è formato da due parti sovrapposte verticalmente unite assieme tramite battitura. Il paiolo da formaggio ha profilo troncoconico
misure: diam. alla bocca cm. 37; diam. alla base cm. 25; h. cm. 35,8; h. (col manico) cm. 55, diam. del bordo cm. 1,7; diam. tondino del manico cm. 1
stato di conservazione: ottimo
acquisizione: acquistato a Maria Nicoli

anno: 2003

 



Piccolo paiolo – callaréllu / callariju (n. i. 92)

provenienza: Ocre (Leonessa)
materiale: rame stagnato all’interno
descrizione: paiolo  di  forma tronco-conica  munito  di   manico semicircolare  in tondino  di ferro  piegato e assottigliato in punta ad entrambe le estremità passanti in due anelli assicurati con rivetti alle pareti del paiolo. Il bordo del paiolo è ripiegato verso l’esterno su un cerchio interno di ferro. Utilizzato per la cucina quotidiana
misure: h. cm. 22 (senza il manico); diam. est. cm. 28; diam. int. cm. 25,5; diam. alla base cm. 18,5; manico: diam. cm 1
stato di conservazione: buono. Conserva, all’esterno, una spessa patina carboniosa
acquisizione: dono di Stefano Marchetti

anno: 2009

 

Piccolo paiolo callaréllu / callariju (n. i. 212)

provenienza: San Vito (Leonessa)
materiale: rame stagnato all’interno; manico di ferro
descrizione: paiolo in rame stagnato all’interno, profilo leggermente tronco-conico, fondo concavo. Tutt’attorno al bordo corre una fascia formata da strisce di ferro assicurate mediante ribattini. Le due estremità del manico, dal profilo semicircolare, passano in due occhielli assicurati al paiolo da ribattini. Il reperto è coperto, all’esterno, da uno spesso strato di fuliggine. La stagnatura interna è ben conservata
misure: diam. sup. cm. 29; h. cm. 19,5
acquisizione: dono di Maria Adelaide Di Persio
stato di conservazione: ottimo

anno: 2014

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